Sulle orme di Dante
Nel mezzo del cammin di nostra vita…
Comincia così, come tutti sanno, la Commedia di Dante.
C’è il cammino, dunque, all’inizio del poema. E’ la prima parola di questa straordinaria e
inimitabile opera, vera summa del genio umano di tutte le epoche e tutti i Paesi.
Il camminare; il percorrere una via, in senso fisico e spirituale insieme. Questa è l’idea che
sta alla base di tutto il poema dantesco. Anche le biografie ci confermano che Dante fu un
gran “camminatore”. Un girovago della vita, per così dire, sempre in movimento da una
città all’altra, da una piccola patria all’altra, da una Signoria ad un’altra che gli fosse più
ospitale e amica della precedente.
E poi Dante doveva essere anche un “camminatore” nel senso che diamo noi oggi a questa
parola. Le sue conoscenze sulla natura, che dissemina per tutto il poema; il suo spirito di
osservazione dei fenomeni così come degli animali o delle piante; il suo interesse per le
discipline naturalistiche. Tutto ci porta a pensare che avesse un rapporto diretto con quello
che oggi chiamiamo l’ambiente. E che di strada a piedi, ne abbia fatta davvero tanta, in tutta
la sua vita. Per dovere e anche per piacere.
E’ partendo da questi pensieri, che alcuni appassionati e volonterosi dei nostri giorni hanno
voluto tracciare, nel cuore degli Appennini tra Toscana ed Emilia Romagna, un vero e
proprio “Cammino di Dante”. Un trekking, se vogliamo usare un altro termine moderno, che
potesse fa rivivere all’escursionista di oggi tutta una serie di suggestioni legate a Dante, alla
sua vita, alla sua opera e al mondo medioevale in cui è vissuto.
Per chi ami la poesia, l’arte e la natura e abbia un buon passo da camminatore, l’esperienza
del Cammino di Dante è da non perdere. Da fare almeno una volta nella vita.
E’ un modo diretto per venire a contatto con un’Italia vera e non troppo conosciuta, di
penetrare nel cuore naturalistico e storico della Penisola. Di vedere luoghi nascosti,
assaporare odori e sapori quasi perduti, percorrere strade non più battute da secoli.
Eccone l’itinerario e le tappe.
Il Cammino di Dante
Il Cammino di Dante corre per almeno il 70% su sentieri non asfaltati, prevalentemente in
territorio di collina e di montagna. Spesso è nel bosco, che garantisce temperature fresche
anche d’estate, soprattutto sopra i 500 m di quota.
I dislivelli in salita e discesa sono medi, per il passo di un buon escursionista. Si tratta pur
sempre di un percorso che attraversa l’Appennino. Un buon allenamento da medio
camminatore è consigliato, prima di partire.
I mesi migliori per percorrere il Cammino sono maggio, giugno, settembre e ottobre.
D’inverno è facile trovare sul percorso ampi tratti innevati.
Una panoramica… sui luoghi più significativi
Ravenna
E’ il punto di partenza del nostro Cammino. I suoi monumenti paleocristiani, tra cui la
splendida basilica di Sant’Apollinare in Classe, sono patrimonio dell’umanità Unesco. (Per
l’itinerario dantesco a Ravenna vedi più sotto).
Appennino tosco-romagnolo
L’Appennino tosco-romagnolo è tutto un intreccio di sentieri e strade bianche, a partire da
quelle intorno alle campagne di Castrocaro Terme e di Terra del Sole, antica fortezza
medicea.
San Godenzo
L’8 giugno 1302 l’abbazia di San Gaudenzio ospitò il celebre convegno fra esuli fiorentini
ghibellini e guelfi bianchi, rappresentati fra gli altri anche da Dante Alighieri, che puntava a
un’intesa con la famiglia Ubaldini per poter tornare a Firenze.
Portico di Romagna
Il ponte della Maestà, di chiara origine medievale, collega il borgo al sentiero detto della
“Castellina”.
Brisighella
La Torre dell’Orologio costruita su uno dei tre pinnacoli gessosi che dominano il borgo è
uno dei simboli della cittadina romagnola.
Foreste casentinesi
Boschi di faggio, aceri montani e abetine secolari: l’autunno rende il Parco nazionale ancora
più affascinante per chi lo attraversa a piedi.
Eremo di Gamogna
Nell’Alpe di San Benedetto, ai piedi del monte Gamogna. Antico complesso monastico, di
cui restano originarie alcune parti romaniche: il chiostro, le celle dei monaci, il forno, gli
essiccatoi e la stalla. L’eremo, dedicato a san Barnaba, fu fondato nel 1053 da san Pier
Damiani, Dottore della chiesa e monaco eremita. Si tratta di un personaggio importante
nella Commedia dantesca: il poeta lo include tra gli spiriti contemplanti del VII Cielo di
Saturno, e alla sua figura dedica il Canto XXI del Paradiso. Oggi il complesso è gestito dalle
monache delle Fraternità monastiche di Gerusalemme.
La cascata infernale di San Benedetto in Alpe
E’ una delle citazioni più celebri dell’Inferno dantesco. San Benedetto in Alpe, sede di
un’abbazia risalente all’anno Mille e fondata dai monaci benedettini di Cluny, è un mix
unico di natura e storia. Dante conobbe questi luoghi, e da qui prese ispirazione. Soprattutto
fu impressionato dalla cascata dell’Acquacheta, poco sopra San Benedetto. Il fiume
Acquacheta, affluente del Montone, vi compie un salto di oltre 70 metri formando una
notevole cascata.
Come quel fiume c’ ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ’nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;(Inferno, XVI, vv. 94-105)
così, giù d’una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell’acqua tinta,
sì che ’n poc’ora avria l’orecchia offesa.
Pontassieve
Questo suggestivo borgo conserva una piccola perla della biografia dantesca. La tradizione
vuole che Palazzo Portinari, oggi residenza storica privata, fosse proprietà di Folco
Portinari, il padre della celeberrima Beatrice di Dante.
Folco – che pare fosse nato a Portico di Romagna, altra tappa del nostro Cammino, era un
guelfo dei Bianchi e ricopri in vita cariche di rilievo nella realtà politica della fine del
Duecento. Oltre a Beatrice, ebbe altre cinque figlie femmine e cinque figli maschi.
Di Beatrice non sappiamo molto, purtroppo. Descritta dal Boccaccio come di fattezze
delicate e al tempo stesso gravi e serie fin da bambina, andò sposa nel 1287 al banchiere
Simone dei’Bardi e morì tre anni dopo, nel 1290.
Con un po’ di immaginazione, possiamo pensare che, visto che anche gli Alighieri avevano
una residenza da queste parti, Dante e Beatrice abbiano potuto incontrarsi qui. Magari nei
pressi della piccola e deliziosa chiesa di San Miniato a Pagnolle, perfetta location per il loro
platonico amore: un luogo da visitare assolutamente durante il Cammino.
Firenze
L’itinerario dantesco nella città del Poeta è sicuramente un’esperienza unica. Può partire dal
Monumento a Dante Alighieri, scolpito da Enrico Pazzi in piazza Santa Croce, e lì ritornarvi
dopo avere fatto il giro dei luoghi danteschi del centro storico. (Per altri consigli su un
itinerario dantesco a Firenze, vedi più sotto).
Le tappe dell’itinerario completo (da non spaventarsi, però!)
Da Ravenna a Firenze
1 Ravenna → Passo Vico Km. 19,0
2 Passo Vico → Oriolo dei Fichi km. 18,5
3 Oriolo dei Fichi → Brisighella km. 17,0
4 Brisighella → Monte Romano km. 18,5
5 Monte Romano → Marradi km. 14,2
6 Marradi → San Benedetto in Alpe km. 23,6
7 San Benedetto in Alpe→ San Godenzo km. 13,2
8 San Godenzo → Dicomano km. 16,6
9 Dicomano → Pontassieve km. 21,0
10 Pontassieve → Firenze km. 20,7
Da Firenze a Ravenna
11 Firenze → Pieve a Pitiana km. 29,2
12 Pieve a Pitiana → Prato di Strada km. 23,9
13 Prato di Strada → Casalino km. 16,0
14 Casalino → Passo della Calla km. 18,2
15 Passo della Calla → Premilcuore km. 20,6
16 Premilcuore → Portico di Romagna km. 9,6
17 Portico di Romagna → Dovadola km. 27,5
18 Dovadola → Forli km. 22,6
19 Forli → Passo Vico km. 15,3
20 Passo Vico → Ravenna km. 19,0
A ciascuno il suo Cammino. Proposte di escursioni
Se vi siete spaventati nel leggere l’itinerario completo del Cammino di Dante con le sue
venti tappe venti, tranquillizzatevi!
Quella è l’esperienza full immersion, riservata a chi voglia, zaino in spalla e gamba allenata,
trascorrere venti indimenticabili giorni tra città d’arte, strade medievali e natura
incontaminata.
Esistono però numerose soluzioni alternative. Intanto si può “spezzare” l’itinerario: farne
una parte e poi riallacciarsi alla ben fornita rete dei mezzi di trasporto pubblico locale della
Toscana e della Romagna.
Oppure si può costruire un proprio percorso a piacimento. Ecco alcune proposte.
- Weekend nelle città. Dante a Ravenna e Firenze
Andare alla scoperta delle tracce del Sommo Poeta nelle due città di partenza e di arrivo,
Ravenna e Firenze, è un gioco che vi darà grandi soddisfazioni.
Viaggerete tra opere d’arte, preziosi manoscritti, edifici di culto, fortezze militari.
A Ravenna, sicuramente dovrete partire dalla Tomba di Dante, recentemente visitata anche
dai Reali d’Inghilterra Carlo e Camilla. Poi visiterete la Basilica di San Francesco, tra le
più antiche chiese ravennati (sorse probabilmente già nel V sec. d.C. e subì numerosi
rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi): ospitò le solenni esequie di Dante.
Quindi vi sposterete al Museo Dante, che con le sue nove sale ricche di reperti e opere
multimediali, è un percorso di esperienza e conoscenza dell’avventura umana, della vicenda
artistica, della Commedia e della successiva fortuna di Dante.
Da non perdere anche la Basilica di Santo Stefano degli Ulivi, nel cui convento la figlia di
Dante, Antonia Alighieri, prese i voti e visse come Suor Beatrice.
E poi, passando per viaPietro Alighieri – intitolata al figlio primogenito di Dante e Gemma Donati, che visse in esilio con il padre e il fratello Jacopo prima a Verona, e poi appunto a Ravenna – potrete
raggiungere la Casa dei Polentani. Ricordate nel V Canto dell’Inferno, Francesca da
Polenta e il suo amore fatale per Paolo Malatesta? La tradizione vuole che proprio in questa
casa, fatta costruire attorno al 1200 da Guido Minore da Polenta, sia nata Francesca.
Firenze è la patria di Dante, benché egli abbia vissuto una buona parte della sua vita in
esilio. Si può dire perciò che in ogni angolo, o chiesa o edificio della Firenze medioevale fra
il 1200 e il 1300, ci sia una traccia, un’eco del Poeta e della sua vita.
Ricordiamo solo di visitare il cosiddetto Quartiere Dantesco, attraversando Orsanmichele
in direzione Piazza del Duomo e percorrendo appunto Via Dante Alighieri. E’ un’area
caratterizzata da un fitto reticolo di strade strette e case torri, come la casa Torre dei Cerchi,
nell’omonima via all’angolo di via del Corso.
Benché non vi siano elementi certi, è assai probabile che Dante vivesse in quest’area. Infatti
qui fu eretta la Casa di Dante, replica ottocentesca di una casa torre, nella quale è stato
ricavato un museo didattico su Dante, la sua biografia e le sue opere. Poco distante è la
Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, dove fu sepolta Beatrice Portinari, musa ispiratrice
della Divina Commedia.
Un altro luogo ricco di suggestioni dantesche a Firenze e forse meno conosciuto, è il
Monastero della Badia Fiorentina. Fondato alla fine del decimo secolo, era di proprietà
dei Benedettini e fu importante centro religioso, politico e commerciale. Era qui che, al
tempo di Dante, si riunivano i Priori e i magistrati del Comune. Proprio negli anni 80 del
Duecento, quando Dante era un ragazzo, venne ricostruito in forme gotiche da Arnolfo di
Cambio.
E poco lontano da lì, troverete il Bargello. E’ il più antico palazzo pubblico della città ha e
fu eretto nel 1250, quindici anni prima della nascita di Dante, come palazzo del Capitano
del Popolo. Fu poi Palazzo del Podestà, famigerata prigione e infine museo. Raccoglie una
collezione unica al mondo di scultura italiana, da Donatello, a Michelangelo, a Verrocchio, a
Cellini. Fra gli affreschi della Cappella della Maddalena, giotteschi, si riconosce il celebre
ritratto di Dante.
- Una settimana nel cuore dell’Appennino
Dopo la visita di Firenze sulle orme di Dante Alighieri ci si dirige direttamente a Poppi coi
mezzi pubblici. Da qui, dopo una visita al borgo, ci si collega al Cammino in direzione di
Pratovecchio e Casalino per poi proseguire tra antichi eremi, Camaldoli fra tutti, e
suggestivi borghi medievali, come Premilcuore e Portico di Romagna, fino ad arrivare a
Forlì. - Una settimana nelle città d’arte e nei borghi storici
La partenza è a Ravenna (per l’itinerario di visita della città vedi sopra).
Da qui con il treno si arriva a Faenza, rinomata capitale delle ceramiche artistiche. Da
Faenza ci si collega al Cammino in direzione di Brisighella. Si prosegue fino a Marradi: qui
si può prendere un treno della storica linea ferroviaria Faentina raggiungendo Dicomano
(attenzione a cambiare a Borgo San Lorenzo). Da Dicomano passando per Pontassieve (vedi
sopra) si arriva a Firenze.
Weekend tra natura e antichi eremi
Da Marradi, patria del Marron Buono, ci si incammina verso la cascata dell’Acquacheta
(vedi sopra la descrizione e il riferimento a Dante). Attenzione: la tappa a piedi non è un
scherzo: da programmare bene.
Si può visitare anche l’eremo di Gamogna, prima di raggiungere San Benedetto in Alpe e
visitare l’abbazia (vedi sopra).
Dopo una notte di riposo, si riprende il percorso fino a San Godenzo (per il collegamento
con Dante vedi sopra); per poi rientrare, o continuare per un altro giorno fino a Dicomano.