Il canto degli uccelli è un fenomeno naturale.
Quest’affermazione è vera sotto diversi punti di vista e significati. E’ naturale perché tutti siamo abituati a considerare intrinseco e inscindibile l’atto del cantare con quella classe di vertebrati in natura chiamata Aves, uccelli appunto.
Ed è naturale anche perché si tratta di un fenomeno determinato da leggi etologiche e biologiche ben definite.
A cominciare dalle caratteristiche biologiche per le quali gli uccelli, a differenza di altre classi e specie animali, hanno la facoltà di quello che chiamiamo “canto”.
C’è da dire, prima di tutto, che il canto degli uccelli ha una componente innata e una componente appresa.
E’ provato che i giovani esemplari delle specie di uccelli devono ascoltare i canti degli adulti in un periodo sensibile di sviluppo, per poter imparare correttamente il repertorio della propria specie.
Infatti, se mancano o vengono privati di questo ascolto, i giovani sviluppano un canto rudimentale e non riconoscibile come tipico della specie.
Si parla dunque di un vero e proprio imprinting acustico, necessario per lo sviluppo di questa facoltà.
Poi c’è un aspetto fisiologico, legato all’organo vocale. Ovvero, la siringe.
Vi siete mai chiesti se gli uccelli abbiano corde vocali come i mammiferi? La risposta, intuitiva, è no.
Posseggono però un organo chiamato siringe, situato alla biforcazione della trachea nei bronchi. E’ la siringe che permette agli uccelli di produrre quei suoni così complessi che ascoltiamo in natura. Persino due suoni simultanei – fenomeno più o meno quello che, negli esseri umani, è il fenomeno della diplofonia – grazie a due membrane vibranti controllate da muscoli specializzati.
E’ proprio questa prodigiosa complessità fisiologica, evidentemente acquisita grazie all’evoluzione, che consente loro di cantare melodie complesse e addirittura armonizzate.
Infine c’è un aspetto propriamente neurologico. Nel cervello degli uccelli sono presenti circuiti neuronali complessi, con nuclei specializzati che regolano e coordinano queste funzioni. Va da sé che nelle specie più canore (o più canterine, se preferite) questi circuiti sono ancora più sviluppati.
Ma qual è il significato e il fine del cantare degli uccelli?
Dal punto di vista etologico, il canto non è altro che un complesso comportamento comunicativo, con funzioni precise legate alla sopravvivenza e alla riproduzione.
Prima di tutto c’è la difesa del territorio. Il canto serve a marcare e proteggere lo spazio vitale di un individuo dagli intrusi, soprattutto da altri maschi della stessa specie.
L’avviso acustico riduce i conflitti fisici, segnalando la presenza e la forza del proprietario del territorio.
Poi c’è l’aspetto della conquista dell’esemplare femmina da parte dei maschi. I maschi utilizzano il canto per mostrare la loro vitalità, salute e qualità genetica.
Secondo gli etologi, la complessità, la varietà e l’abilità nel canto sono indicatori di efficienza sessuale, a sua volta legata ad una maggiore probabilità di successo riproduttivo.
L’aspetto della comunicazione sociale non è meno importante nel canto degli uccelli. Il canto aiuta a mantenere i legami sociali all’interno di gruppi o stormi; a coordinare attività collettive; ad avvertire di pericoli imminenti, primo fra tutti la presenza di predatori.
Il canto degli uccelli non è affatto un fenomeno fisso e invariabile nei suoi pattern. Al contrario, si adatta all’ambiente acustico circostante e alle caratteristiche dell’habitat, prima di tutto per massimizzare la trasmissione del suono.
Le specie che vivono in foreste fitte tendono a produrre suoni più semplici e a bassa frequenza; mentre in ambienti aperti i canti possono essere più complessi e ad alta frequenza al fine di coprire distanze maggiori.
C’è poi un’altra caratteristica che stupirà molti. Il canto degli uccelli ha delle vere e proprie “variazioni regionali”. Come dire, dei dialetti.
All’interno di una stessa specie, infatti, il canto può variare geograficamente, dando origine a quelli che gli studiosi chiamano proprio “dialetti” diversi. Delle sottolingue che vengono apprese socialmente e che possono influenzare significativamente la selezione sessuale e la struttura sociale.
Le “curiosità” sul canto degli uccelli (che in realtà sono aspetti etologici di grande rilevanza) sono innumerevoli. Eccone solo alcune:
- Tradizione canora millenaria: Alcuni uccelli, come i passeri di palude americani (Melospiza georgiana), imparano, copiano e tramandano il loro canto praticamente inalterato per oltre 1.000 anni, dando vita a vere e proprie tradizioni canore stabili nel tempo. E’ un fenomeno chiamato “pregiudizio conformista” simile a quello umano.
- Ruolo degli ormoni e stagionalità: La frequenza e l’intensità del canto sono influenzate da ormoni come il testosterone, che variano con la stagione, spiegando perché molti uccelli cantano soprattutto nel periodo riproduttivo.
- Canto femminile e sociale: Non solo i maschi cantano; in molte specie anche le femmine cantano, a volte duettando con il partner o cantando in gruppo. Il canto femminile è soggetto a pressioni evolutive complesse legate a migrazione, latitudine e abitudini di nidificazione.
- Effetti della consanguineità: Gli incroci tra individui imparentati possono rendere “stonato” il canto degli uccelli, influenzando negativamente la qualità del canto e quindi le possibilità di successo riproduttivo.
Infine, la “curiosità” forse più incredibile, e meravigliosa. E’ possibile per uccelli cantare per piacere.
Benché non vi sia totale univocità su questo da parte degli studiosi, molti ornitologi ritengono che in certi casi gli uccelli possano cantare “a bassa voce” semplicemente perché apprezzano la bellezza del canto stesso e il piacere di produrlo, soprattutto quando non vi sono urgenze territoriali o di corteggiamento evidenti.
Dunque il canto avrebbe per essi anche una componente emozionale e di gratificazione personale, simile in tutto al piacere che il cantare procura agli esseri umani.
In questi casi, gli uccelli si “esibirebbero” anche in presenza di altri uccelli reattivi, come una forma di interazione sociale basata sul godimento della musica naturale.