La Riserva di Randello e altre spiagge segrete della Sicilia

Le oasi naturali del sud-est dell’isola sono un incredibile mix di mare, pietra e vegetazione. A pochi chilometri dai gioielli del Barocco siciliano

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storica Torre Sveva in Sicilia nella riserva naturale di Vendicari vicino a Noto e Siracusa, Italia by :[maudanros] © 123RF.com

La Sicilia è un mondo, un continente, un universo.
Una terra in cui il viaggiatore curioso e attento può trovare di tutto. I paesaggi più
disparati, e a volte discordi tra loro; gli ecosistemi più diversi – spesso insoliti e
originali; le suggestioni del mare più genuino e quelle della montagna vera e propria;
le culture e le civiltà che si sovrappongono e, quasi sempre, si mescolano.
Qui vogliamo dirigere il nostro sguardo, e i nostri passi, verso un angolo della Sicilia
sud-orientale certamente poco conosciuto ai più.
Chi, dopo una visita ai meravigliosi borghi della Val di Noto – i tesori barocchi di
Caltagirone, Militello val di Catania, Ragusa, Modica, Noto, Scicli – voglia scendere
verso il mare, si troverà infatti a portata di mano due gioielli ambientali di rara
bellezza. E di natura, grazie a Dio, pressoché selvaggia.
La Riserva Naturale di Randello
Il primo si trova nell’area compresa tra Punta Braccetto e Scoglitti (un po’ più su
rispetto alla Punta Secca del caro Montalbano). Qui, tra queste due lingue sabbiose
del litorale ragusano, si nasconde un piccolo paradiso naturale: la Riserva di
Randello.
Ex riserva di caccia nobiliare (dal XVIII secolo), oggi è area demaniale protetta anche
se non ancora formalmente riconosciuta come riserva regionale; inserita nella Guida
Blu del Touring Club Italiano (2014), è stata giustamente premiata da Legambiente
tra le spiagge più belle d’Italia.
Anche la Riserva di Randello è tutta sabbia dorata e mare turchese. In più, ha il
pregio di essere intatta, e pochissimo frequentata.
Bisogna attraversare un sentiero immerso tra pini d’Aleppo, cipressi, lecci, eucalipti,
mirto, lentisco e altre specie. Ed è un piacere unico e sottile, perché si è
accompagnati dai profumi continui del mirto e del rosmarino e cullati dai giochi di
luce del sole tra i rami degli alberi. E i cespugli della macchia.

Quando si giunge sulla spiaggia, lo spettacolo è quello del Mediterraneo nella sua
purezza. Mare trasparente, dai colori turchese e azzurro. Sabbia dorata, conchiglie,
dune protette da palizzate. Qualche area attrezzata, ma non disturba più di tanto.
Randello è la casa di diverse specie protette: fra tutte, la cara tartaruga Caretta
caretta.
Qui l’animale ha trovato, per fortuna e grazie alla collaborazione e alla sollecitudine
degli esseri umani (una volta tanto), uno dei luoghi più importanti per la
nidificazione.
La sabbia pulita e soffice; la scarsa illuminazione notturna (fondamentale per non
disorientare i piccoli alla schiusa); la bassa frequentazione turistica hanno favorito il
“miracolo” della comparsa di numerosi nidi negli ultimi anni.
Per questo la spiaggia di Randello è ormai abituale teatro di eventi educativi con gli
studenti, oltre che di spettacolari ed emozionanti liberazioni pubbliche di esemplari
salvati e riabilitati.
Come arrivare a Randello
Se si è liberi di viaggiare in primavera o autunno, quello è certo il periodo ideale per
esplorare la Riserva di Randello. Il clima è un po’ più mite e la natura esplode di
colori.
Per raggiungere la Riserva, bisogna partire da Ragusa o Scoglitti e seguire le
indicazioni per Punta Braccetto. Poco prima della località, si trova un piccolo
ingresso segnalato per la riserva: bisogna lasciare l’auto nel parcheggio esterno e
proseguire a piedi lungo il sentiero immerso nella pineta, per circa 10 minuti di
cammino.

La Riserva di Vendicari


Bisogna percorrere una sessantina di chilometri risalendo verso nord-est, in
direzione di Siracusa, per imbattersi nell’altra meraviglia naturalistica della Sicilia
orientale: la Riserva Naturale di Vendicari.
Se è vero, come è stato detto, che il segreto del paesaggio siciliano è in quella
fusione che sembra costitutiva, innata tra il mare e la pietra, qui la pietra è ben
rappresentata dalle latomie, databili al V sec a. C., che sorgono a sud di Eloro, poco
distanti dalla spiaggia di Marianelli.
Da queste cave provenivano i materiali di costruzione per i templi e i monumenti di
Eloro, appunto: una subcolonia di Siracusa di cui fa menzione addirittura Pindaro

nelle Nemee. Terra di aspri scontri guerreschi, se è vero che proprio qui, nell’alto
corso del fiume Tellaro, Ippocrate tiranno di Gela sconfisse in battaglia nel 493 a.C.
le forze siracusane, e i Siracusani a loro volta sconfissero gli Ateniesi (battaglia
dell’Assinaro, 413 a.C.).
Ma il ricordo ancestrale della pietra è anche nelle vasche per la lavorazione del
tonno poco distanti dalla Torre sveva, accanto alle quali si è scoperta anche una
piccola necropoli.
Testimonianza di un’attività che ha caratterizzato la zona per secoli, le vasche hanno
forma rettangolare o quadrata, con pareti robuste e profonde. Venivano riempite
con acqua di mare o utilizzate per la fermentazione e la conservazione del tonno.
Sono diversi i punti di accesso dai quali poter penetrare nella riserva di Vendicari.
L’ingresso Eloro è il più a nord: un breve sentiero costeggia il torrente San Nicola, in
prossimità dei resti dell’antica città greca di Eloro.
Dopo un 300 metri si giunge alla spiaggia omonima. Una lingua di sabbia, circondata
da una selva mediterranea di piante come il ravastrello, l’erba medica marina, la
calcatreppola e il giglio marino.
Imperdibile a questo punto la camminata sulla spiaggia in direzione sud fino alla
foce del fiume Tellaro.
E quando si dice fiume Tellaro, non si può non fare una digressione – e anche una
digressione fisica, nel senso di deviare e andare a visitarla – su quel tesoro
archeologico che sono i resti della villa romana del IV secolo dopo Cristo detta
appunto Villa del Tellaro.
Dimora di una famiglia di latifondisti, conserva ancora, per quanto frammentari,
degli strabilianti pavimenti in mosaico, tra i più begli esempi di arte musiva antica in
assoluto.
Anche se lacunoso, il pavimento a mosaico della zona orientale impressiona con la
sua rappresentazione della scena del riscatto del corpo di Ettore. La scena doveva
essere quella della pesatura del corpo di Ettore – di cui si conservano solo le
estremità inferiori – posto su un piatto della bilancia, con l’altro piatto colmo degli
ori del riscatto.
Nella parte centrale del portico, i mosaici raffigurano crateri da cui partono strisce di
foglie, frutti e fiori che si uniscono ad arco sopra quattro riquadri rettangolari. In
ogni riquadro sono raffigurati una Menade e un Satiro che danzano.
L’ultimo mosaico raffigura le scene di una battuta di caccia. Al centro si trova una
figura femminile, associata alla personificazione dell’Africa, seduta su una roccia e

circondata da alberi. Nella parte inferiore del mosaico è rappresentato il banchetto
con le prede disposte sul tavolo.
Ma torniamo alla Riserva.
Non saranno, allora, da perdere le spiagge di Marianelli e di Calamosche.
A Marianelli si accede dalla parte nord della riserva, percorrendo per circa 1,5 km
una stretta stradina sterrata che parte dalla SP19.
Il sentiero, poi, in 450 metri porta alla biglietteria; con altri 400 metri si giunge al
litorale.
Ma ne valeva la pena. La spiaggia di Marianelli è la più isolata e perciò selvaggia
della Riserva. Le sue dune, precedute da mandorleti e limoneti, sono punteggiate di
verde: ci troverete l’ammofila, la santolina, il giglio di mare e la gramigna delle
spiagge.
L’acqua, d’estate, è incredibilmente calda, oltre che cristallina. Il naturismo qui si
pratica naturalmente, dunque non scandalizzatevi. Se no, il luogo non fa per voi.
Il terzo ed ultimo degli ingressi presenti nella zona nord della riserva conduce alla
non meno incantevole spiaggia di Calamosche.
Se vi diciamo che nel 2005 ha conseguito il titolo di “Spiaggia più bella d’Italia” dalla
Guida Blu di Legambiente, potete crederci.
Calamosche, o “Funni Musca” in dialetto locale, è una cala incastonata tra due
promontori rocciosi. Qui infatti la costa è mossa e ricca di promontori e anfratti
naturali. Immaginate una baia di sabbia dorata e fine, circondata da scogliere di
calcare bianco e roccia, che creano un ambiente protetto e intimo.
Le acque sono cristalline, di un blu intenso e trasparente, perfette per nuotare, fare
snorkeling tra le piccolo grotte e gli anfratti dei due promontori, o semplicemente
rilassarsi al sole. Nel cuore di un’area protetta.

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Da G.T.M.
Greentomeet
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