Quante volte ci è capitato di guardarci intorno e di vedere graffiti o murales su muri, facciate o sottopassi? La street art è un fenomeno che fa ormai parte della nostra realtà quotidiana, e diversi street artist sono, oltretutto, divenuti noti e apprezzati anche nel mondo dell’arte. Spesso essi, attraverso le loro opere, lanciano messaggi sociali, di protesta: ecologia, sostenibilità e cambiamento climatico sono, ad esempio, tematiche molto diffuse.
Per quanto la street art resti una forma d’arte sempre attuale e al passo con i tempi, essa nasce diversi anni fa, negli anni ’70 del Novecento, negli Stati Uniti, come espressione artistica alternativa e ribelle rispetto alla cultura dominante. Inizialmente associata alla corrente hip hop e alla protesta sociale, la street art comprende graffiti, murales e altre forme di arte urbana realizzate principalmente su muri e superfici pubbliche, in polemica con il mondo chiuso e elitario dei musei e delle gallerie d’arte.
Artisti come Jean-Michel Basquiat (1960-1988), Keith Haring (1958-1990) e Banksy (la cui identità è ignota) hanno contribuito a diffondere e a rendere celebre la street art in tutto il mondo. Le loro opere hanno lo scopo di abbellire e rendere più vivaci e belli gli spazi pubblici, lanciando al contempo messaggi politici, sociali o culturali.
La street art ecologista di Banksy e Liquen
Negli ultimi anni, la street art è diventata sempre più popolare e accettata, con molte città che ospitano festival e eventi dedicati a questa forma d’arte. Nonostante il pubblico riconoscimento, però, gli street artist non hanno perso la loro verve, anzi, hanno continuato a mandare messaggi di stretta attualità, concentrandosi spesso sulla sensibilizzazione ambientale e sul cambiamento climatico.
Banksy, ad esempio, nel 2009 ha realizzato un murales semplicissimo ma, allo stesso tempo, decisamente efficace: I don’t believe in global warming (non credo nel cambiamento climatico) è una scritta rossa che appare parzialmente sommersa da un canale londinese. Il messaggio è chiaro: se continueremo a ignorare il problema del surriscaldamento globale ci ritroveremo presto con l’acqua alla gola.
Liquen, invece, è uno street artist spagnolo che si è da sempre occupato di clima e ambiente: il murales El despertar de los tiempos (il risveglio del tempo) eseguito a Guadalajara, in Messico, nel 2017, lancia un messaggio di speranza: in un mondo ormai corrotto dalla tecnologia e dalle macchine, c’è ancora la possibilità di risvegliarsi e di salvarsi, se si seguono le leggi e i tempi della natura.
Hunting Pollution: il murales mangia smog
Un altro esempio estremamente significativo di street art ecologista è il murales Hunting Pollution (a caccia di inquinamento), realizzato nel 2018 a Roma dall’artista Iena Cruz (nato a Milano nel 1981). L’opera, che ritrae un airone tricolore (animale a rischio estinzione) mentre cerca di sfamarsi in un mare colmo di rifiuti, vuole denunciare il grave problema dell’inquinamento dei nostri mari, che mette a rischio la biodiversità e l’equilibrio ambientale.
Ma questo murales non solo è un esempio di come la street art possa essere utilizzata per sensibilizzare la gente sui temi ecologici, poiché ha una caratteristica decisamente singolare: le vernici utilizzate da Iena Cruz, del tipo Airlite, sono interamente ecologiche e, a contatto con la luce naturale, riescono ad assorbire sostanze inquinanti fino all’88.8%. Il murales, dunque, è capace di “mangiare” smog e sostanze nocive, andando a caccia di inquinamento, come dice il titolo dell’opera, e ripulendo l’aria.
L’idea è geniale: se non c’è spazio per gli alberi, ci pensano i murales! Hunting Pollution, viste le sue enormi dimensioni, è oltretutto la più grande opera di street art ecologista in Europa. L’impatto che essa ha avuto sulla città è decisamente positivo: con i suoi colori accesi, ha reso vivace e bello un anonimo palazzo romano, e ha aumentato l’attrattività dell’intero quartiere, divenuto, grazie al murales, una meta di pellegrinaggio.
Ma soprattutto, coloro che lo andranno a vedere, potranno respirare un’aria più pulita e, magari, anche i più scettici potranno rendersi conto di come ognuno, nel suo piccolo, possa fare qualcosa di significativo per contrastare il cambiamento climatico.
L’arte pubblica a servizio dell’ambiente
La street art ecologista è, in effetti, un potente strumento per promuovere la consapevolezza ambientale. Attraverso opere d’arte creative e coinvolgenti, gli street artist, talvolta veri e propri attivisti, possono ispirare cambiamenti positivi nella società e contribuire a costruire un futuro più verde e sostenibile.
L’arte, del resto, è da sempre stata un mezzo di riflessione sul presente, di protesta contro ciò che non andava, di cambiamento sociale. Non resta, pertanto, che augurarsi che l’esempio di Iena Cruz e di altri street artist ecologisti possa essere seguito, e che le nostre città possano diventare più pulite, sostenibili e belle, anche grazie ai murales.