Musei sostenibili – Un’altra sfida per il futuro

Da luoghi vecchi e polverosi, i musei oggi hanno un ruolo chiave anche nella promozione della sostenibilità. Vediamo un esempio.

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[rozasean] © 123RF.com] - Muse Trento

Musei sostenibili – A lungo, nell’immaginario comune, la parola museo ha evocato luoghi polverosi e noiosi, custodi di oggetti ormai privi di vita, e tutt’ora quest’idea è più radicata di quanto pensiamo, a tal punto che se definiamo qualcuno o qualcosa un “pezzo da museo” non gli stiamo di certo facendo un complimento.

Negli anni, i musei stessi hanno combattuto in prima linea per scardinare questo pregiudizio,  aprendosi alle esigenze del pubblico, rendendo gli spazi espositivi accoglienti e partecipativi, comunicando con l’esterno e facendosi luoghi innovativi, di ricerca, dinamici, magari anche divertenti.

In questa costante evoluzione verso il futuro, sorge spontanea una domanda: i musei possono essere anche sostenibili? Possono giocare un ruolo di primo piano nel contrastare la cultura dello spreco, rilanciando nuovi modelli di sviluppo? La risposta è sì, i musei non solo possono promuovere la sostenibilità, lo devono fare.

A dircelo è l’ICOM (l’International Council of Museums), un’organizzazione internazionale associata all’UNESCO, nata nel 1946, che rappresenta i musei e i loro professionisti. ICOM si è sin dall’inizio interrogata sull’identità del museo, elaborandone una valida definizione rimasta in vigore fino al 2022, tutt’ora per certi aspetti insuperata.

Dopo tanti anni, però, uno svecchiamento si è reso necessario e ICOM ha lanciato una call internazionale per una nuova definizione di museo, più al passo con i tempi. Le proposte, giunte da tutto il mondo, sono state 267 e, dopo un’accurata analisi, si è deciso, nella seduta del 24 agosto 2022 a Praga, che la risposta di ICOM alla domanda “cos’è un museo?” è la seguente:

“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale.

Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità.

Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.”

[Fonte: https://www.icom-italia.org/definizione-di-museo-scelta-la-proposta-finale-che-sara-votata-a-praga-2/]

ICOM ha dunque sancito un forte legame tra il museo e la sostenibilità poiché i musei, operando in modo etico, devono promuovere la sostenibilità ed essere al servizio della crescita della società. Com’è ben noto, però, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, sorge allora spontanea la domanda: come fa, nel concreto, un museo a incoraggiare la sostenibilità?

Vista l’attualità e l’impellenza della tematica, già da tempo, in realtà, diverse istituzioni culturali stanno cercando di dare il loro contributo in tal senso e un esempio virtuoso può individuarsi nel MUSE (Museo delle scienze) di Trento, diretto da Michele Lanzinger.

L’istituzione, come si può dedurre anche solo da una rapida occhiata al sito web (https://www.muse.it), segue alla lettera le indicazioni di ICOM, ponendo come priorità la ricerca scientifica, la curatela delle collezioni e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, tutto ciò in funzione della società e della sostenibilità. Tra i temi studiati dal team del MUSE vi sono infatti le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai, i pesticidi naturali e il biologico, la biodiversità, il cambiamento climatico nella storia e dunque la sua proiezione nel futuro. Il tutto dà vita a pubblicazioni scientifiche, report tecnici, portali web condivisi con dati geolocalizzati, conferenze per il pubblico, congressi, attività di divulgazione, interviste radiotelevisive e mostre.

Il MUSE utilizza pertanto le sue collezioni e le sue risorse per studi e attività funzionali non solo all’istituzione stessa, ma anche all’intera comunità scientifica e alla società. Tutte le attività prevedono, inoltre, un importante coinvolgimento dei fruitori del museo, in una logica proattiva e di dialogo con gli stakeholders, i portatori di interesse.

L’istituzione museale, seguendo questa logica, smette di essere una custode di oggetti morti chiusa in se stessa, per diventare un ente vivo, attivatore di ricerca e sviluppo sostenibile, un luogo di cui i cittadini riconoscono l’importanza e di cui si sentono parte, poiché coinvolti essi stessi nelle sue attività. È questa la chiave per i musei del futuro, mettersi al servizio del loro pubblico e rispondere alle loro esigenze, promuovendo pratiche etiche e sostenibili e giocando anch’essi un ruolo primario nell’elaborazione di nuovi modelli di sviluppo.

Claudia Russo ha studiato storia dell’arte a Siena, Parigi e Bologna. Appassionata di viaggi rigorosamente culturali e di serate conviviali un po’ meno impegnate, curiosa, determinata e amante del bello, trova sempre il tempo per una buona tazza di tè e per interrogarsi, con sguardo critico, sugli avvenimenti del nostro tempo
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