La NASA, l’Ente spaziale americano, si occupa prevalentemente dello spazio. Forse non
tutti sanno, però, che ha anche un focus di ricerche molto importanti e approfondite sulla
nostra cara Terra e sui suoi gravi problemi.
L’ultima notizia è che l’Ente ha reso disponibili sul web delle interessantissime mappe
interattive. Mostrano le previsioni per l’innalzamento del livello del mare nei prossimi
decenni, fino al 2150. E lo scenario non è davvero consolante: qualcosa, piuttosto, di simile
a un film catastrofico hollywoodiano sui disastri naturali.
Il lavoro di mappatura è basato sugli ultimi studi dell’IPCC. L’IPCC (Intergovernmental Panel
on Climate Change) è un organismo internazionale fondato nel 1988 dalla World
Meteorological Organization (WMO) e dall’United Nations Environment Programme
(UNEP) con l’obiettivo di valutare scientificamente i cambiamenti climatici indotti
dall’uomo e i loro impatti ambientali e socio-economici.
Lo strumento-mappa consente agli utenti di cliccare su qualsiasi punto di un oceano e di
scegliere un decennio tra il 2020 e il 2150, per visualizzare le proiezioni dell’innalzamento
del livello del mare in quella specifica area.
Puoi vedere la mappa interattiva circa l’innalzamento dei mari a questo link:
https://sealevel.nasa.gov/ipcc-ar6-sea-level-projection-tool
La mappa NASA offre:
- Proiezioni temporali, ovvero permette di esplorare gli effetti dell’innalzamento del
livello del mare su scala decennale, fornendo una visione a lungo termine dei
cambiamenti attesi. - Dati multidisciplinari: oltre alle proiezioni del livello del mare, la mappa include dati
sulla temperatura globale, le emissioni di gas serra e la copertura dei ghiacciai,
offrendo un quadro completo dei cambiamenti climatici. - Scenari climatici: le proiezioni (come si è detto basate sui rapporti dell’IPCC)
forniscono diverse traiettorie possibili per il futuro del clima in base a vari livelli di
emissioni di CO2 e cambiamenti climatici. - Impatto sulle città costiere: la mappa aiuta a identificare le città e le regioni più a
rischio di inondazioni a causa dell’innalzamento del livello del mare. Venezia e
Amsterdam, tanto per fare due esempi significativi.
I risultati della mappatura
Secondo la mappa interattiva della NASA, nei prossimi 30 anni il livello del mare è previsto
aumentare di altri 169 millimetri, continuando una tendenza che ha visto raddoppiare il
tasso di innalzamento negli ultimi 30 anni.
Si tratta però di un dato che va contestualizzato in una proiezione più ampia e che si
estende fino al 2150, con scenari che dipendono dai livelli di emissioni di gas serra e dai
cambiamenti climatici futuri.
Il messaggio di allarme che arriva da queste mappe , in realtà, non è univoco. Esse
consentono, sulla base dell’elaborazione di milioni di dati, di visualizzare scenari diversi in
base a vari livelli di emissioni di CO2 e cambiamenti climatici, a loro volta influenzati dai
cosiddetti SSP, Scenari socioeconomici condivisi, che possono variare.
Le proiezioni regionali
Veniamo alle proiezioni divise per grandi aree e zone costiere del pianeta.
Ecco, a grandi linee, i risultati che emergono dalla consultazione delle mappe NASA.
Mediterraneo:
Italia e altre aree del Mediterraneo: si prevedono tassi di innalzamento del livello del mare
più elevati rispetto alla media globale. Questo potrebbe avere impatti significativi su città
come Venezia e altre aree costiere a bassa quota.
Europa del Nord:
Paesi Bassi: metà della popolazione vive al di sotto del livello del mare, rendendola
particolarmente vulnerabile alle inondazioni.
Asia:
Cina, India, Bangladesh: questi paesi hanno vaste aree costiere a rischio di inondazioni a
causa dell’innalzamento del livello del mare.
America del Nord:
Stati Uniti: città come New York e Miami sono a rischio di inondazioni a causa
dell’innalzamento del livello del mare.
Oceania:
Australia: le coste australiane sono a rischio, specialmente durante le mareggiate e gli
eventi meteorologici estremi.
Pacifico: atolli come le Maldive e Tuvalu sono a rischio di essere sommersi.
In particolare, se esaminiamo le proiezioni sulle città del mondo a rischio d essere
sommerse, troviamo:
Venezia (Italia): affetta da frequenti inondazioni e subsidenza.
Amsterdam e Paesi Bassi: metà della popolazione vive al di sotto del livello del mare,
quindi Amsterdam è una delle grandi città del mondo più a rischio.
Jakarta (Indonesia): la capitale indonesiana è a rischio di inondazioni a causa
dell’innalzamento del livello del mare e della subsidenza.
Shanghai, Hanoi, Calcutta, Hong Kong, Osaka, Tokyo: le città asiatiche più esposte a rischi
significativi di inondazioni.
Rio de Janeiro (Brasile): le spiagge e alcuni quartieri rischiano di essere sommersi.
Insomma, ce n’è purtroppo per tutti.
Le azioni da compiere
Ricordiamo dunque l’elenco essenziale delle misure che le organizzazioni mondiali hanno
da tempo fissato come rimedi possibili e indispensabili per evitare questo scenario
globalmente apocalittico.
Si tratta di una combinazione di strategie di conservazione, infrastrutture difensive e
pianificazione sostenibile. Ecco alcune delle misure più efficaci:
Difesa della costa
Ripascimento degli arenili: questo aiuta a mantenere la larghezza delle spiagge e a
proteggere le aree retrostanti dall’erosione.
Costruzione di dighe e mura di protezione: queste strutture possono prevenire
l’inondazione delle aree costiere durante le mareggiate o l’innalzamento del livello del
mare.
Conservazione e Restauro Ambientale
Ripristino degli ecosistemi naturali: gli ecosistemi come le dune di sabbia e le barriere
coralline offrono una protezione naturale contro le onde e l’erosione.
Piantagione di vegetazione costiera: la vegetazione può aiutare a stabilizzare il terreno e
ridurre l’erosione.
Pianificazione Territoriale e Regolamentazione
Zonizzazione costiera: limitare le costruzioni in aree a rischio di inondazione o erosione.
Norme di costruzione: imporre standard di costruzione resistenti alle inondazioni e
all’erosione.
Monitoraggio e Prevenzione
Sistemi di monitoraggio: utilizzare tecnologie avanzate per monitorare le condizioni
meteorologiche e le mareggiate.
Piani di emergenza: sviluppare piani di evacuazione e risposta rapida in caso di emergenze.
Educazione e Sensibilizzazione
Programmi educativi: informare la popolazione locale sui rischi e sulle misure di
protezione.
Coinvolgimento della comunità:
promuovere la partecipazione attiva delle comunità locali
nella protezione delle coste.
Collaborazione Internazionale
Condivisione di conoscenze e tecnologie: collaborare con altri paesi per condividere best
practice e tecnologie avanzate nella protezione costiera.
Bell’articolo.