Il Giappone accelera il passo verso le emissioni zero

Il Paese del Sol Levante punta ad essere carbon neutral entro il 2050. Le strategie messe in atto per raggiungere l’obiettivo

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Il Giappone accelera il passo verso le emissioni zero.
L’idea che si ha generalmente del Giappone è quella di un Paese ipertecnologico, una sorta di Blade Runner in stato avanzatissimo di evoluzione verso l’ultra-umano, e dunque poco incline a preoccupazioni di tipo ambientale o tanto meno ecologico.
Non è così.

Il ​​governo giapponese e le principali realtà produttive ed imprenditoriali del Paese hanno preso molto sul serio la transizione ecologica, e non da oggi.
Il Paese del Sol Levante è sulla strada della neutralità del carbonio. Il Giappone, infatti, fa parte di un gruppo di 136 paesi che si sono impegnati a raggiungere lo zero netto entro il 2050. L’obiettivo intermedio, al momento, è di ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 46% rispetto ai livelli del 2013 entro il 2030.

Il governo giapponese ha annunciato già a metà del 2021 la sua strategia di crescita verde, articolandolo in 14 grandi “sfide”.

E’ di 15 miliardi di dollari (circa 2.000 miliardi di yen) il Fondo stanziato per la transizione. I progetti verdi riguardano tutti i settori principali per l’economia circolare: batterie di accumulo, energia eolica, celle solari di nuova generazione, idrogeno e riciclaggio del carbonio.

Inoltre, nell’ottobre 2021 è stato varato, o meglio aggiornato su nuove basi, il piano nazionale per le contromisure contro il riscaldamento globale. L’obiettivo del piano è quello di conciliare la riforma strutturale del sistema industriale con la crescita economica.

L’esempio di SoftBank

SoftBank Group Corporation, il colosso finanziario multinazionale giapponese con sede a Tokyo, ha dichiarato che entro il 2030 passerà all’uso di energia rinnovabile praticamente al 100% per le sue attività commerciali e il consumo di elettricità. Attuerà inoltre una serie di misure finalizzate al risparmio energetico utilizzando le tecnologie più all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale (AI) e l’internet delle cose (IoT).

La società ha poi annunciato che agirà anche sulle catene di fornitura, con l’obiettivo di arrivare all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, comprese le emissioni di gas serra dei partner commerciali e di altre fonti.

Coca Cola Japan e il riciclo delle bottiglie in PET

Coca-Cola ha una fortissima presenza industriale in Giappone. Oltre a Coca-Cola Japan, conta cinque imbottigliatori nazionali più gli affiliati. I goals che si è data l’azienda sono di ridurre le proprie emissioni di gas serra del 50% rispetto ai livelli del 2015 entro il 2030, e del 30% lungo l’intera catena di fornitura.
E’ da notare che l’obiettivo è più ambizioso di quello globale di The Coca-Cola Company, che prevede una riduzione del 25%.

Il progetto più significativo della filiale giapponese del colosso delle bevande è però quello che si inserisce nel cosiddetto “World Without Waste” di Coca Cola. Anche in questo caso, secondo i vertici di Coca Cola Japan, nell’industria giapponese delle bevande i risultati sono i più alti di qualsiasi sistema Coca-Cola al mondo. L’azienda pensa infatti di poter trasformare tutte le bottiglie in PET in materiali sostenibili al 100% entro il 2030.

Se ci riuscirà, l’intero sistema Coca-Cola in Giappone ridurrà le emissioni di gas serra di circa 26.000 tonnellate e le materie plastiche prodotte da nuove materie prime a base di petrolio di circa 29.000 tonnellate all’anno.

Il Giappone potrà essere la prima società decarbonizzata?

L’Assemblea metropolitana di una città come Tokyo, megalopoli per eccellenza, si sta muovendo concretamente per ridurre drasticamente il suo impatto ambientale.

Yoriki Koie, governatore di Tokyo, ha annunciato al WEF di Davos che fisserà un obiettivo politico “Carbon Half” per dimezzare i gas serra della città entro il 2030 rispetto ai livelli del 2000.
Il governo metropolitano di Tokyo è impegnato ad imporre regolamenti sulle emissioni di CO2 alle imprese e ad altri enti, così come per il settore residenziale, che rappresenta circa il 30% del consumo della città.

L’impatto di quest’ultimo sulle emissioni risulta infatti notevole. Confrontando le emissioni di gas serra di Tokyo nell’anno 2020 con quelle dell’anno 2000, il settore dei trasporti è diminuito della metà e il settore industriale e commerciale è diminuito del 7,4%, mentre il settore residenziale è aumentato del 32,9% (un dato influenzato anche dalle abitudini mutate in tempo di pandemia).

L’amministrazione della città è fortemente impegnata sull’adozione dei pannelli solari. Ha richiesto infatti che 50 fra i più grandi costruttori edili che operano a Tokyo dotino le case di pannelli solari. Questo mandato coprirà circa la metà delle 46.000 nuove case costruite ogni anno nella capitale.

Contributore: Passo la maggiore parte della mia vita lavornado su una macchina a controllo numerico. Amo molto il mio lavoro ma, appena riesco, "inforco" le mie scarpe da ginnastica e vado a correre nella natura. Credo che ognuno di noi debba contribuire fermare degrado ecologico prima che sia troppo tardi con sue azioni personali ogni giorno. Adoro scrivere davanti alla mia tazza di te.
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