Come sta andando la tanto controversa misura del limite dei 30 km/h in tutta la zona urbana introdotta dal Comune di Bologna, che tanto ha fatto discutere all’inizio del 2024? Il Comune stesso, dopo 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto “Città 30”, ha reso noto i primi dati su incidenti e qualità dell’aria. Vediamoli.
Già a una prima occhiata dei dati, i risultati sono univoci, al di là delle interpretazioni. Traffico e inquinamento sono in calo, il bike sharing ha avuto un’impennata, mentre si consolida il trasporto pubblico.
Gli incidenti stradali sono calati di quasi l’11%, i feriti di oltre il 10%. Il dato potrebbe essere non molto soddisfacente rispetto alle aspettative (anche se un solo incidente in meno e un ferito in meno sarebbero già un risultato in termini umani importantissimo). In realtà i miglioramenti sono più consistenti sulle strade radiali, dove la diminuzione sfiora rispettivamente il -18% e il -28%.
Il dato più positivo è però il calo drastico degli incidenti da “codice rosso”, diminuiti di ben il 38%, e conseguentemente dei decessi: il 33% in meno (minimo storico dal 2013). In altri termini, sono state salvate delle vite.
Vediamo l’impatto sul traffico. Quello veicolare è calato di poco (-3%), ma il dato sull’inquinamento più legato al traffico urbano mostra una diminuzione più significativa: -23%.
C’è stato poi un vero e proprio boom nell’utilizzo del bike sharing: +92%. In generale, gli spostamenti in bicicletta sono aumentati del 12%; oltre a questo, si è registrato un consolidamento di quelli coi mezzi pubblici.
I dati registrati dal Comune del capoluogo emiliano, intanto, smentiscono le affermazioni (fatte proprie negli ultimi mesi anche da esponenti politici di primo piano) secondo cui il limite a 30km/h provocherebbe un aumento delle emissioni inquinanti.
Il Comune parla, a livello globale beninteso, di una diminuzione del livello di NO2 (biossido di azoto) nella centralina ARPAE di Porta San Felice del 23,1% rispetto alla media degli stessi periodi 2022-2023. In termini assoluti , fanno sapere dal Comune, è il dato più basso degli ultimi 8 anni. In termini percentuali è il calo sia annuale che biennale più marcato dal 2017 a oggi (con la sola eccezione del 2020, anno però influenzato dal Covid).
Il biossido di azoto ha come fonte primaria le emissioni dei veicoli a motore endotermico e del riscaldamento e resta più concentrato in prossimità delle principali sorgenti di emissione, in particolare le strade ad intenso traffico e il centro abitato.
Se poi ci fosse bisogno di una conferma al fatto che la velocità eccessiva sia la prima causa degli incidenti stradali (e che dunque la riduzione della velocità impatti assai notevolmente sulla sicurezza) l’analisi delle violazioni a norme di comportamento del codice della strada accertate dalla Polizia locale bolognese in occasione di incidenti stradali nel periodo 1 gennaio-12 luglio 2024 parla chiaro. Nettamente in cima alla classifica risulta la velocità eccessiva (43,6%). Seguono: la mancata precedenza a veicoli a motore, biciclette e pedoni (20,5%), le manovre non corrette (10,6%), il mancato rispetto dei semafori e della segnaletica orizzontale e verticale (8%), la guida sotto effetto di alcol o droga (4,7%).
Per i sostenitori “storici” della Città 30 come Legambiente, i dati bolognesi sono una grande conferma. “I dati confermano, inequivocabilmente, che la formula della Città30 può garantire risultati positivi, immediati e ben tangibili” ha commentato Simone Nuglio, Coordinatore Ufficio nazionale mobilità di Legambiente.
“Una riduzione del -38% di incidenti gravi, -33% dei decessi e un significativo taglio delle emissioni inquinanti, pari a -23%. Un bilancio che conferma come le politiche di mobilità complesse e trasversali, come Città30, seppur divisive tra l’opinione pubblica e a volte controintuitive (andare più piano permette di arrivare prima), possano in realtà produrre un miglioramento sostanziale nella vita dei cittadini, caratterizzato da maggior sicurezza in strada, buona qualità dell’aria e ridistribuzione dello spazio, incentivo all’uso del TPL e, in generale, una maggiore qualità della vita”.