Arrivavamo alla nostra casa verso sera e davanti agli occhi mi si apriva la visione di un paese favoloso, staccato non solo dalla pianura ma dal mondo.
(Attilio Bertolucci, dall’intervista di V. Varesi, Gazzetta di Parma, 9 agosto 1989)
Casarola è l’origine di tutto.
Bernardo Bertolucci
Casarola. Non più che una frazione, incastonata tra le montagne dell’appennino parmense.
E’ tra queste case, in comune di Monchio delle Corti, che è nato il Parco letterario dedicato al poeta Attilio Bertolucci.
Parmigiano doc (è nato a San Prospero, pochi chilometri a est di Parma, in una famiglia della media borghesia agraria; poi è cresciuto nel podere di Baccanelli, sempre nella immediata periferia della città ducale), Attilio Bertolucci aveva la montagna nel sangue: dall’appennino infatti proveniva la famiglia del padre Bernardo.
Attilio conobbe Casarola per la prima volta negli anni ’20. Racconta lui stesso di come raggiunse a piedi il piccolo borgo appenninico attraverso una mulattiera, dopo avere preso un tram a vapore per Langhirano e poi una corriera fino a Monchio.
E a Casarola, Attilio “sfolla” durante l’infuriare della guerra, nel 1943, per un breve periodo insieme alla famiglia: la moglie Ninetta Giovanardi e i due figli Bernardo e Giuseppe.
Ma la tragica realtà del conflitto raggiunge anche quel posto sperduto dell’Appennino parmense. Bertolucci deve assistere a un rastrellamento feroce dei nazi-fascisti: lo descriverà con accenti toccanti nella sua opera forse più riuscita, il romanzo in versi La camera da letto.
La vita dei Bertolucci, all’inizio degli anni Cinquanta, si trasferisce a Roma. Bernardo e Giuseppe cresceranno nella Capitale. Entrambi si dedicheranno presto al cinema: Bernardo prima come assistente di Pier Paolo Pasolini, poi come autore di piccoli gioielli come La commare secca e Prima della rivoluzione; infine come acclamato autore internazionale, premio Oscar per L’ultimo imperatore.
Giuseppe alternerà il lavoro di regista con quello di produttore: sarà lui, tra le altre cose, a scoprire il singolare talento cinematografico di un giovane Roberto Benigni.
Negli anni romani dei Bertolucci, Casarola diventa la meta delle vacanze estive. E’ proprio tra i boschi e le case dell’appennino che il giovane Bernardo ambienta il suo primo cortometraggio, un 16 mm. con il fratello Giuseppe e le cugine Marta e Galeazzina a fare da interpreti.
Il padre Attilio dedicherà a quella prova giovanile una poesia, intitolata, come il film, La teleferica:
[…] L’ultima inquadratura è dall’alto
di un ramo di cerro, l’occhio della macchina
ricerca inquieto i tuoi occhi inquieti,
guida sconfitta,
mentre già le bambine si distraggono,
la più grande delle sorelle intreccia
un cappello di foglie sui capelli
della più piccola, l’operatore-poeta
se ne innamora anche lui, pensa all’effetto
che ne ricaverà quando avvizzite
le foglie finiranno sulla polvere
rosata del crepuscolo freddo
sulla via del ritorno, scordati
il dolore precoce, la pupilla delusa,
il tema umano della novelletta
(Attilio Bertolucci, La teleferica, Viaggio d’inverno, 1971)
Grazie all’impegno del Comitato Pro Casarola, un gruppo di amanti dell’appennino e di appassionati dell’opera dei Bertolucci, Casa Bertolucci da quasi vent’anni è diventata un punto di riferimento per chiunque voglia visitare la montagna parmense con spirito di scoperta e la volontà di farsi emozionare da scorci di inaspettata poesia.
La casa è meta infatti di visite guidate, presentazioni di libri, dibattiti e approfondimenti culturali e musicali, oltre che set naturale per letture e incontri poetici.
Gli animatori di Casa Bertolucci sono riusciti con caparbietà ad ottenere la tutela di questa dimora: che non è, come accade quasi sempre, una casa natale, ma un luogo eletto e ispirato della vita e della poesia di Attilio, oltre che delle suggestioni cinematografiche di Bernardo e Giuseppe.
“Questa casa del’ 700 che oggi è vuota di persone, ma piena di ricordi” scrivono i responsabili del Comitato “ci parla di un padre poeta e due figli registi, una casa ed un piccolo borgo arroccato sui mille metri dell’Appennino parmense che sono stati la culla e l’origine non solo di così tanta poesia, ma anche di amore e bellezza, bellezza che Bernardo conosceva così bene perché di bellezza viveva e che quella bellezza sapeva restituire agli altri.
“Ed è proprio grazie a loro che a Casarola sono passati personaggi importantissimi del panorama culturale italiano e internazionale, da Roberto Benigni a Pier Paolo Pasolini, da Giorgio Bassani ad Enzo Siciliano, e poi attori, registi, critici, poeti, letterati. Amici intimi della famiglia Bertolucci che con il tempo sono ritornati, sempre con entusiasmo e affetto diventando anche amici di Casarola”.
Per saperne di più sul Parco Bertolucci di Casarola:
https://www.parchiletterari.com/contributi-scheda.php?ID=06104