Dopo l’Action Plan. Nuove direttive -3

Negli anni successivi all’uscita del Piano d’azione UE per la finanza sostenibile del 2018, sono state diverse le iniziative promosse a supporto degli obiettivi del Piano stesso.

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Negli anni successivi all’uscita del Piano d’azione UE per la finanza sostenibile del 2018, sono state diverse le iniziative promosse a supporto degli obiettivi del Piano stesso.

Il 21 aprile 2021 la Commissione Europea ha presentato una proposta di direttiva in materia di comunicazione societaria sulla sostenibilità, chiamata Corporate Sustainability Reporting Directive, (CSRD). Essa impone alle imprese non finanziarie di divulgare una serie di informazioni su rischi e impatti relativi ai temi di sostenibilità delle proprie attività aziendali, mediante la pubblicazione di un rapporto sulla sostenibilità (sustainability report).

La proposta di direttiva nasce dalla constatazione dei limiti dell’attuale sistema di reporting delle informazioni non finanziarie, che è disciplinato dalla Direttiva 2014/95/UE (Non-Financial Reporting Directive, NFRD): è stata infatti rilevata una forte criticità delle pratiche di comunicazione sulla sostenibilità, incapaci ormai di corrispondere alla crescente domanda di dati e informazioni avanzata dagli investitori e alla mancanza di informazioni sufficientemente affidabili e comprensibili.

Tra le novità della proposta della Commissione segnaliamo:

  • L’ampliamento dell’ambito di applicazione soggettivo della Direttiva NFRD. Si estendono gli obblighi di rendicontazione a tutte le imprese di grandi dimensioni (con almeno 200 dipendenti), quotate e non quotate, e alle PMI quotate, escluse le microimprese. Tale allargamento determinerà un aumento del numero dei destinatari delle nuove disposizioni da 11 a 50 mila;
  • L’ introduzione del principio della doppia materialità: le informazioni da fornire saranno in grado di far comprendere da un lato come i fattori ESG influenzano lo sviluppo e le performance dell’impresa (prospettiva inside-out) e, dall’altro, di illustrare l’impatto delle attività aziendali sull’impresa e sull’ambiente esterno (prospettiva outside-inside);
  • L’adozione di standard comuni di reporting, il cui sviluppo è stato affidato all’EFRAG (European Financia Reporting Advisory Group);
  • L’obbligo di revisione delle informazioni ad opera di un ente esterno qualificato, secondo un metodo semplificato definito “limited assurance”.

Il 6 luglio 2021 la Commissione ha presentato un altro pacchetto di misure in tema di finanza sostenibile. Fra queste, la Strategia per finanziare la transizione verso un’economia sostenibile (Strategy for financing the transition to a sostenibility economy) e una proposta di regolamento sui green bond europei.

La nuova strategia delineata dalla Commissione individua sei linee d’intervento per sostenere il processo di transizione.

  1. Sviluppare un framework più completo per facilitare il finanziamento alla transizione di alcune attività che al momento non contribuiscono agli obiettivi di neutralità climatica.
  2. Garantire una più ampia inclusività degli strumenti di finanza sostenibile. Per il raggiungimento di tale obiettivo, la Commissione valuta, insieme all’Autorità bancaria europea, strumenti di supporto per facilitare l’introduzione di finanziamenti “green” entro il 2022 e aumentare l’accesso delle PMI ai servizi di consulenza sulla finanza sostenibile.
  3. Rafforzare il sistema economico e finanziario contro i rischi sostenibili esterni, adottando misure per garantire che i rischi ESG siano sistematicamente inclusi nei rating di credito e nelle prospettive di rating.
  4. Rafforzare il contributo del sistema finanziario alla sostenibilità, prevedendo che: i) le istituzioni finanziarie segnalino al mercato i loro piani di transizione e decarbonizzazione, compresi gli obiettivi intermedi e a lungo termine; ii) i doveri fiduciari degli investitori e dei fondi pensione nei confronti dei beneficiari rispecchino anche i rischi ESG inside-out degli investimenti.
  5. Assicurare l’integrità del sistema finanziario e monitorare la sua transizione ordinata verso la sostenibilità. Impedire che il rischio di greenwashing si moltiplichi al crescere della domanda di investimenti sostenibili, con la conseguenza di generare una perdita di fiducia nei prodotti della finanza sostenibile e, più in generale, nel sistema finanziario, compromettendone la solidità.
  6. Sviluppare iniziative e standard internazionali di finanza sostenibile. La Commissione intende rafforzare la cooperazione con i propri partner nei forum internazionali per raggiungere un accordo su obiettivi e principi comuni per le tassonomie e definire una strategia globale per il rafforzamento della finanza sostenibile nei paesi membri dell’Unione, specie in quelli a basso e medio reddito, promuovendo anche le emissioni di obbligazioni verdi.
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