COP29 a Baku: conclusione tra compromessi finanziari e obiettivi sfumati

Promesse di finanziamenti ai paesi vulnerabili e un silenzio pesante sul limite di 1,5°C: il bilancio controverso della COP29 a Baku.

3 minuti di lettura
immagine by :[canyalcin] © 123RF.com

Si è chiusa la cop29 a Baku, tra applausi moderati e qualche polemica sommessa, la COP29, l’annuale conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Il bilancio finale lascia spazio a riflessioni contrastanti: da una parte l’annuncio di un fondo da 300 miliardi di dollari all’anno per sostenere i paesi in via di sviluppo nella transizione energetica; dall’altra, l’assenza di riferimenti chiari al limite di 1,5°C nei documenti finali ha sollevato dubbi sull’efficacia e sulla determinazione della comunità internazionale.

300 miliardi di dollari: promessa o compromesso?

Il finanziamento annunciato rappresenta un passo in avanti, ma le critiche non mancano. I paesi più vulnerabili, duramente colpiti dagli effetti della crisi climatica, avevano avanzato richieste ben superiori, stimando in almeno 1,3 trilioni di dollari le risorse necessarie per affrontare l’adattamento e la mitigazione. I 300 miliardi, per quanto rilevanti, appaiono insufficienti, soprattutto se si considera che gran parte di questa cifra dovrà provenire dal settore privato. La vera sfida sarà trasformare la promessa in azioni concrete, in un contesto in cui l’instabilità economica e politica globale potrebbe rendere complessa la gestione e la distribuzione dei fondi.

Un limite che scompare

Se il denaro è un elemento cruciale, altrettanto lo è la chiarezza degli obiettivi. E qui arriva la nota dolente. Nei documenti finali di Baku non compare più in modo esplicito il limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, una soglia considerata essenziale dagli scienziati per evitare conseguenze climatiche catastrofiche. La scelta, definita da alcuni delegati come “pragmatica” per facilitare il consenso, rischia però di trasformarsi in un messaggio ambiguo: il compromesso su un punto così centrale potrebbe indebolire l’intero impianto degli accordi internazionali sul clima.

Un vertice tra contraddizioni e attese

La COP29 si è svolta in un contesto già complesso, aggravato dalla scelta di un paese ospitante come l’Azerbaigian, ricco di petrolio e gas, e con standard discutibili in materia di diritti umani. Un simbolo che non è passato inosservato, alimentando il dibattito sulla coerenza delle scelte globali nella lotta al cambiamento climatico.

Ora l’attenzione si sposta alla prossima COP30, prevista in Brasile. Rimangono sul tavolo tutte le domande aperte: riusciranno i 300 miliardi a diventare realtà tangibili? Verranno colmate le lacune lasciate dalla COP29? E soprattutto, cosa rimarrà del limite di 1,5°C, ormai più evocato che concretamente perseguito?

TAGGATO:
Da G.T.M.
Greentomeet
15 Recensioni
error: Non puoi fare download !!